“Mi conoscono anche quelli che non mi conoscono, quindi inventate quello che volete”: così Mario Schifano era solito allontanare gli aspiranti biografi che lo assediavano. Tanto che al giorno d’oggi uno degli artisti più prolifici e amati, nonché falsificati e chiacchierati, del xx secolo paradossalmente è uno dei meno conosciuti. Attraverso una narrazione a più voci delle persone che lo hanno “vissuto”, seguito e sopportato, Luca Ronchi ci offre una possibile biografia di Mario Schifano… – io consiglio vivamente di leggerlo.
Mario Schifano è stato un artista, pittore e regista italiano. Insieme a Franco Angeli e Tano Festa rappresentò un punto fondamentale della Pop Art italiana ed europea. Perfettamente inserito nel panorama culturale internazionale degli anni sessanta, era reputato un artista prolifico, esuberante ed amante della mondanità. L’abitudine alle droghe che durò per tutta la sua vita, gli valse l’etichetta di artista maledetto[1]. Appassionato studioso di nuove tecniche pittoriche, fu tra i primi ad usare il computer per creare opere e riuscì a elaborare immagini dal computer e riportarle su tele emulsionate (le “tele computerizzate”)[2]. La prolificità dell’autore e l’apparente semplicità delle sue opere hanno portato alla diffusione di un grande numero di falsi, soprattutto dopo la sua scomparsa.